Già nel 1981 fu riportato che, in individui a riposo completo e digiuni da almeno otto ore, gli aminoacidi ramificati, se modificano la concentrazione plasmatica (e della parte liquida del sangue), attivano la liberazione dal tessuto adiposo di una gran quantità di acidi grassi liberi (si triplicano le concentrazioni nel sangue).
Se viene dato zucchero, o se lo zucchero viene dato insieme agli aminoacidi, ciò non avviene, anzi, le concentrazioni di acidi grassi liberi tendono ascendere, fino quasi a scomparire dal sangue. Tale effetto di "blocco" dura per almeno 3 ore. Il che vuole dire che in quelle 3 ore il metabolismo produrrà energia non dai grassi (non ce ne è da bruciare!) ma dagli zuccheri e dagli aminoacidi solamente.
Tale effetto era dovuto al potente controllo esercitato dall'insulina sul metabolismo degli zuccheri e su quello dei grassi, indirettamente, così, portando al consumo metabolico di aminoacidi. Si è perciò arrivati a capire, con questi esperimenti, che per massimizzare gli effetti positivi (sintesi delle proteine stimolate, uso a scopo energetico dei grassi attivato) degli aminoacidi ramificati richiedeva l'assenza di zucchero introdotto assieme a leucina, isoleucina e valina.
Il destino metabolico dello zucchero è particolarmente interessante ed è opportuno soffermarcisi anche per sfatare alcune "leggende". Lo zucchero alimentare (quello bianco che si mette nel caffè, per intenderci) si chiama chimicamente saccarosio o sucrosio. E' formato da 2 molecole, una di glucosio ed una di fruttosio legate assieme.
Il processo di digestione del saccarosio idrolizza, cioè stacca fra di loro i due zuccheri di cui è composto, generando da una sola, due molecole, glucosio e fruttosio, tramite enzimi presenti nella parete del lume intestinale. Queste due molecole vengono così assorbite rapidamente. Se mangiassimo 100 grammi di zucchero, quanta parte andrà ad ogni singolo organo? Eh sì, perché un conto è seguire la trasformazione che avviene all'interno di una provetta, seguendo il percorso di una singola molecola, un conto è tenere presente il ben più complesso fenomeno dell'interrelazione fra organi in un corpo vivente.
GLI AMINOACIDI RAMIFICATI, LO ZUCCHERO E LE SUE CONSEGUENZE
Bene, di 100 grammi di zucchero, 60 grammi saranno captati dal fegato (che è, oltre che il più importante organo di trasformazione chimica del corpo umano anche il primo organo che le molecole incontrano dopo l'assorbimento), 20 grammi circa sono presi e utilizzati dai miliardi di globuli rossi presenti nel sangue, dal sistema nervoso centrale e dagli altri organi del nostro corpo che ne necessitano continuamente, ed il restante 20% sarà diviso fra muscolo e tessuto adiposo: ne prenderà di più il muscolo se in esercizio, il tessuto adiposo se il muscolo sarà meno vascolarizzato perché a riposo.
Ma, l'aumento di insulina causato dalla ingestione di zucchero, una volta che la scorta muscolare di zucchero fosse esaurita (20 grammi = 80 calorie), bloccherebbe la liberazione dal tessuto adiposo di acidi grassi per un tempo assai lungo! Dalla fine del picco glicemico, quindi, per mantenere costante la glicemia in caso di sforzo pro lungato si dovranno usare alcuni aminoacidi per sintetizzare glucosio, altri per avere l'acetilCoA che serve per risparmiare il piruvato a partenza dal glucosio.
Per dare un'idea, 80 calorie sono consumate in circa 10-20 minuti da un uomo di 70 Kg o una donna di 50 Kg che facciano un'attività sportiva non intensissima. I prodotti più moderni, a base di aminoacidi, sono in compresse (gli aminoacidi sono proprio disgustosi per il palato!), e senza traccia di zuccheri (non contengono saccarosio, amido o maltodestrine).
Perché la ricerca è andata avanti! Gli aminoacidi ramificati, al contrario degli zuccheri, quando aumentano nel sangue, provocano la mobilizzazione dei grassi. La mancanza di zucchero, perciò, permette di sfruttare al massimo l'effetto di "messaggeri metabolici" degli aminoacidi nel comandare l'utilizzazione dei grassi, "bruciati" per fare energia sin dall'inizio dell'esercizio fisico.